Tessuto che fa giungla: quando indossare un indumento tigrato? A cosa abbinarlo?

I capi animalier sono sempre di tendenza e già dagli anni ’30 diventano elementi intramontabili dell’outfit, con periodi più o meno dedicati a una fantasia piuttosto che a un’altra. Di sicuro, tra le versioni più “gettonate” figura quella tigrata, caratterizzata dalle tipiche linee discontinue che identificano il manto di una tigre. Si tratta di un motivo che può davvero trovarsi su tutto: giacche, abiti, gonne, pantaloni e persino scarpe. In generale, l’importante è sempre non esagerare e riservare una fantasia così evidente a uno o due capi al massimo per evitare di caricare troppo la figura.

Questione di stile

Molto spesso si tende ad additare i capi tigrati come qualcosa di eccessivo o non adatto a età più avanzate: in realtà, il confine tra glamour e cattivo gusto può essere sottile se non si presta attenzione ma, se ben utilizzata, questa fantasia si rivela davvero chic. Basti pensare che le star di Hollywood, specialmente negli anni ’50, sfoggiavano questo stile insieme al leopardato e al maculato in genere, quindi non è raro che stilisti noti li riservino alle passerelle per le loro sfilate (Dior lo fece già all’alba degli anni ’50).

Ovviamente non esiste una regola precisa che indichi il fisico e l’età giuste per indossare il tigrato, ma occorre ricordare che non è certo un colore neutro che passa inosservato e si usa per mettere in evidenza il proprio corpo o parti di esso: un paio di gambe snelle senza neanche un filo di cellulite non saranno un problema se si desiderano un paio di pantacollant o una gonna tigrata. Al contrario, se si preferisce tenere nascosta qualche imperfezione è più utile riservare queste linee a una giacca o a un paio di scarpe per non sentirsi a disagio.

Inoltre, un capo tigrato di solito non avrà altre decorazioni, quali stampe, glitter o volant perché diventerebbe eccessivo: la fantasia che ricorda i grandi felini è già di per sé una decorazione e le linee di abiti o magliette sono sempre molto essenziali, per questo, anche se sugli abiti interi si può giocare con un orlo più “movimentato” o con un piccolo spacco.

Infine, così come i capi tigrati non devono appesantire l’outfit limitandosi a uno o due al massimo, meno che mai andrebbero abbinati ad altri tipi di stile animalier, andando a creare un vero e proprio disordine di stile.

Abbinamenti

Per quanto concerne gli abbinamenti, il più semplice e immediato è quello con tinte unite che emulino il tigrato: nero e arancione, anche nelle sfumature più tenui e pastello. Sotto a un cappotto che occupa un’ampia superficie, ad esempio, non sono concesse divagazioni eccezionali ma è persino possibile optare per uno stile casual con un paio di sneakers senza per forza doversi orientare sull’elegante.

L’abito intero è già più impegnativo e, come accennato, per la sua vistosità andrebbe scelto solo se il fisico è abbastanza armonioso e non presenta imperfezioni troppo evidenti. A quel punto, un paio di tacchi alti in tono possono essere perfetti e si possono osare per una serata scanzonata o completamente informale.

Magliette o pantaloni sono già più “semplici”, perché basta scegliere gli accostamenti cromatici corretti con poche variazioni sul tema e il gioco è fatto, mentre per complementi quali borse e scarpe sarà sempre indispensabile bilanciare il resto dei capi in modo da evidenziare le une o le altre senza mescolare stili diversi. Le scarpe richiamano, ad esempio, i colori neutri (massimo uno o due diversi), mentre la borsa concede anche un abbigliamento casual in cui potrebbe persino spiccare il denim.