Il Servizio Sanitario Nazionale compie 40 anni e le sue origini risalgono al 1948 quando la Costituzione Italiana ha riconosciuto il diritto alla salute. La Legge 833 del 1978 ha istituito il SSN che si basa su tre principi: universalità, eguaglianza ed equità.
Si tratta di una tappa fondamentale per lo sviluppo della sanità pubblica del nostro Paese che ancora oggi prevale in Europa e nel mondo, per il suo carattere universalistico che come affermato nell’art. 32 della Costituzione, la nostra Carta è stata la prima del Vecchio Continente a riconoscere e scrivere sul diritto alla salute.
Cos’è la Legge 833/78?
Con la Legge 23 dicembre 1978, n. 833 venne introdotto il Servizio Sanitario Nazionale e sancito il concetto di salute inteso come un diritto fondamentale dell’individuo e di interesse collettivo. La nascita del SSN, oltre che servizi essenziali alla portata di tutti, ha prodotto anche una serie di complicazioni negative. Si trattava di una riorganizzazione della sanità in Italia con l’obiettivo di creare un servizio efficiente e orientato alla soddisfazione dei bisogni della popolazione, senza alcuna discriminazione.
I principi su cui si basa la Legge sono dignità, diritto alla salute, equità e capillarità. Per la prima volta si dà importanza oltre alla cura anche alla prevenzione delle malattie e alla riabilitazione del paziente, mettendo in atto l’articolo 32 della Costituzione Italiana secondo cui la Repubblica tutela la salute come un diritto fondamentale dell’individuo e di interesse della collettività attraverso il SSN.
A cosa serve la Legge 833/78?
Con la Legge 833/78 definita anche “Legge Mariotti” si è tentato di creare una rete assistenziale ospedaliera pubblica, ma in modo disastroso. Nonostante tutti i buoni propositi di garantire assistenza a tutti i cittadini italiani, attraverso la creazione delle prime forme di ente ospedaliero, si generò nel corso di un decennio (con l’istituzione delle casse mutua) una disuguaglianza tra i cittadini dove:
- da una parte venivano tutelati i lavoratori e i familiari che contribuivano, con una parte del proprio salario, alla realizzazione di un fondo destinato alla copertura delle spese mediche ed assistenziali;
- dall’altra parte, aumentarono i ricoveri, si allungarono i tempi di degenza e i ricoveri impropri generando debiti che obbligarono lo Stato a promulgare una legge con la quale il Governo tolse i debiti degli enti mutualistici nei confronti delle strutture ospedaliere.
Quali sono gli obiettivi della Legge 833/78?
A questo punto fu necessario rivedere tutta l’organizzazione sanitaria nazionale sciogliendo tutti gli enti con finalità assistenziale direzionandoli verso un sistema unico che potesse tutelare maggiormente tutti. Il 23 dicembre 1978 nacque la Legge 833, con il quale venne istituito il Servizio Sanitario Nazionale, un modello assistenziale ancora oggi imitato in molti Stati del mondo. Tale modello consentì da un punto di vista economico:
- una razionalizzazione della spesa sanitaria mediante la programmazione come strumento di controllo dell’utilizzo delle risorse e l’istituzione di un fondo sanitario nazionale unitario;
- il recupero dell’efficienza nei servizi realizzando anche controlli economico-finanziari.
Gli obiettivi da raggiungere si basavano su:
- l’educazione sanitaria;
- la prevenzione delle malattie e degli infortuni in ogni ambito lavorativo;
- la riabilitazione degli stati di invalidità e inabilità, somatica e psichica;
- l’igiene degli ambienti quotidiani, di lavoro e degli alimenti;
- la formazione professionale;
- la sicurezza sul lavoro con la partecipazione dei lavoratori ad attività preventive;
- scelte responsabili e consapevoli di tutela della maternità e dell’infanzia;
- la promozione della salute in età evolutiva;
- la tutela della salute degli anziani e della salute mentale.
Deleghe alle Regioni
Non tutte le attività sono a carico e responsabilità dello Stato dal momento che alcune di esse vengono delegate alle Regioni, come nel caso:
- della realizzazione delle attività di profilassi;
- del controllo dell’idoneità dei locali e delle attrezzature per il commercio e il deposito delle sostanze radioattive nonché la verifica sulla radioattività ambientale;
- dei controlli sulla produzione e sul commercio di prodotti dietetici, alimenti per la prima infanzia, cosmesi.
Da un punto di vista politico si assiste a un decentramento dei poteri decisionali. Il Sindaco, autorità sanitaria periferica, diventa componente dell’assemblea generale delle Unità sanitarie locali dove può anche disporre di applicare un trattamento sanitario obbligatorio su proposta del medico. I comuni acquisiscono tutte le funzioni amministrative in materia di assistenza sanitaria e ospedaliera che non siano riservate allo Stato e alle Regioni.